HAUTE-BROYE, 30 marzo 2019 - Una lunga trasferta ha impegnato oggi la franchigia Rugby Lugano-Unni Valcuvia-Rosafanti. La destinazione è Haute-Broye, non lontano da Losanna, dove ci attende un torneo a cinque squadre con la squadra di casa unita a Morges, Losanna e le due squadre del Florentia Rugby (Firenze). La giornata è decisamente primaverile e i ragazzi sembrano carichi, seppure contati a referto (15).
La prima partita è con Florentia 2. I nostri iniziano con un ottimo piglio, mettono pressione e giocano un buon rugby, trovando la meta dopo pochi minuti. Poi però pian piano gli avversari risalgono il campo, mettono più pressione sul punto d'incontro e a poco dalla fine trovano un meritato pareggio che chiude la partita.
La seconda partita vede protagonista la prima squadra di Florentia. La compagine è qualitativamente migliore della precedente e sul campo si vede. Dopo i primi minuti i nostri ragazzi sono in difficoltà, il pallone lo vedono solo in fotografia, ma si combatte e Florentia 1 suda le proprie 4 mete fino in fondo.
Losanna si rivela invece troppo forte, anche se ad essere onesti i nostri ragazzi hanno un po' perso convinzione e la prestazione è scialba. Losanna trova facilmente la via per segnare, ben 5 volte, e i nostri ragazzi sono completamente assenti sul campo. Il body language è abbastanza esplicito: sguardi persi, testa bassa, braccia a penzoloni. Davvero una brutta partita per i nostri.
Dopo aver confortato i nostri ragazzi e invitato a trovare maggiore convinzione nei loro mezzi, si scende in campo per l'ultima partita contro i padroni di casa. La prestazione è davvero convincente: gli avversari sono schiacciati nella propria meta campo e i nostri trovano la via della meta ben 4 volte. Solo alla fine, probabilmente per stanchezza e anche con un piccolo aiuto dell'arbitro che non fischia una carica di cavalleria sul calcio di punizione finale, gli avversari segnano la meta della bandiera.
Il bilancio del raggruppamento è chiaro-scuro. Due buone prestazioni sono controbilanciate da due controprestazioni. I coach vedono una certa mancanza di convinzione e fiducia in sé stessi, che porta a giocare bene quando le cose funzionano e gli avversari commettono errori o non giocano al meglio, a giocare malissimo ai primi gravi errori o di fronte ad un avversario che mette grinta e gioca un buon rugby. Sicuramente la formula del torneo non ha poi aiutato: giocare 4 partite di 15 minuti mette pressione se le cose non cominciano bene, perché sembra che non vi sia tempo per recuparare, ed è più facile farsi prendere dallo sconforto.
Il lavoro oggi è soprattutto mentale: i ragazzi conoscono la tecniche, hanno imparato le tattiche base ma restano in balia di dubbi quando le cose non vanno bene. Serve una maggiore tranquillità, ripartire dalle cose semplici e soprattutto sostegno: non solo nel gioco (oggi un po' poco presente), ma tra sé stessi, nell'incoraggiare il compagno che ha mancato un placcaggio o che ha commesso un fallo al fine di fargli ritrovare quella fiducia e convinzione che possono rimettere sui binari una partita nata male.
Ultima nota, l'uomo partita: oggi Michael è stato il migliore non tanto per la grinta che porta oggi all'interno della squadra, ma soprattutto perché nelle sconfitte è l'ultimo che ha mollato e perché uno dei pochi che quando sbaglia, cerca subito di fare meglio e di mettere una pezza sull'errore appena commesso.